La malattia di Alzheimer risulta essere la più comune forma di demenza nel soggetto anziano che determina una condizione altamente invalidante, infatti si tratta di una demenza degenerativa primaria, ovvero di origine corticale.
Si notano, a livello della corteccia, un’atrofia diffusa con un allargamento dei solchi e delle scissure dei lobi temporali e, a livello dei ventricoli, un ampliamento del loro volume così come evidenzia il confronto fra una situazione di normalità e quella della malattia illustrata nella immagine di copertina.
In figura sono messe in evidenza le importanti compromissioni che si producono nel linguaggio e nella memoria sulla quale influisce anche il coinvolgimento dell’ippocampo, struttura non rappresentata nella figura, che è responsabile del consolidamento di un’informazione.
L’esordio della malattia si presenta caratterizzato da un iniziale disturbo di memoria con peggioramento lento e progressivo seguito o accompagnato da vari disturbi. La progressione della malattia avviene per stadi caratterizzati da specifici insiemi di sintomi e segni cognitivo-funzionali che corrispondono al modificarsi delle strutture del cervello.
In sintesi, possiamo raggruppare i sintomi della malattia in cognitivi e non cognitivi.
Fra i sintomi cognitivi annoveriamo quelli della memoria, del linguaggio, della prassia, del ragionamento, del disorientamento nel tempo e nello spazio, mentre fra i sintomi non cognitivi si evidenziano quelli relativi all’ansia, alla depressione, al vagabondaggio, all’agitazione, all’aggressività, alla disinibinizione, all’insonnia, alla bulimia, all’urlo e altri.
Conte Riccardo Dott. In Scienze Motorie